2 giugno 2018

Acquario di Livorno: liberata in mare la tartaruga Tarta





Una tartaruga marina Caretta caretta è stata rilasciata il 31 maggio scorso alle ore 11.30 nelle acque al largo delle Secche della Meloria, dopo un periodo di cura di circa 10 mesi presso l’Acquario di Livorno, su un’imbarcazione della Capitaneria di Porto di Livorno.

L’animale era arrivato nel mese di Maggio 2017 presso l’Acquario di Livorno – struttura gestita da Costa Edutainment S.p.A. – dopo essere stato recuperato da un pescatore professionista al largo del porto di Livorno, che l’aveva trovato impigliato nelle reti ad una profondità di circa 12 metri.

Dopo un sopralluogo del Settore Mare di A.R.P.A.T., la tartaruga è stata trasportata con un mezzo dell’Agenzia presso l’Acquario di Livorno e affidata alle cure dello staff dell’Acquario di Livorno.

L’attività di recupero di questo esemplare e la sua ospedalizzazione presso il centro di recupero dell’Acquario di Livorno rientrano tra quelle previste dall’Osservatorio Toscano della Biodiversità di Regione Toscana (legge 30/2015).

Al suo arrivo presso l’Acquario di Livorno, l’esemplare era molto defedato con scarsa reattività agli stimoli esterni; la visita veterinaria e gli esami diagnostici hanno confermato uno stato di generale debilitazione.

Le terapie specifiche si sono protratte per circa 10 mesi, finché i miglioramenti clinici, l’alimentazione volontaria ed autonoma ed ulteriori indagini ne hanno consentito la sospensione.

Durante la sua permanenza presso l’Acquario di Livorno l’esemplare ha aumentato il suo peso di circa il 50%, passando da 14 a 27 kg.

L’animale è stato cibato soprattutto di totani, aringhe e gamberi in grado di fornire tutte le sostanze nutritive necessarie per il recupero delle energie e della massa muscolare.



Una volta confermato il buono stato di salute, l’animale è stato ritenuto idoneo ad essere rilasciato in mare, previa applicazione di una marcatura e di un microchip che consente di poterlo riconoscere in caso di rinvenimento in futuro. La targhetta metallica, applicata alla pinna anteriore sinistra, riporta il codice IT-RT-015 tale che chiunque lo dovesse ritrovare, in futuro, potrà comunicarlo tramite la Guardia Costiera, primo anello della rete di soggetti chiamati ad intervenire in caso di animali marini in difficoltà o spiaggiati, all’Acquario di Livorno o all’A.R.P.A.T. La segnalazione sarà di notevole importanza perché contribuirà a capire lo spostamento, almeno in parte, della tartaruga.

Il rilascio è avvenuto questa mattina a largo delle secche della Meloria grazie al supporto logistico della Capitaneria di Porto di Livorno che ha gentilmente messo a disposizione del personale dell’Acquario di Livorno un’imbarcazione riservata per il trasporto della tartaruga - ed in collaborazione con l’ARPAT di Livorno, unitamente al personale dell’Acquario di Livorno.

Caratteristiche dell’esemplare liberato
Si tratta di un esemplare femmina di tartaruga Caretta caretta
Peso all’arrivo: 14 kg
Peso liberazione: 27 kg
Lunghezza carapace: 54 cm
Larghezza carapace: 52 cm

La Caretta caretta, abita tutti i mari delle regioni temperate, ed è sostanzialmente piscivora. Vive in mare aperto, ritornando sulla terraferma solo per il fondamentale e delicato momento della deposizione, quando predilige spiagge in prossimità di coste rocciose, con fondali sufficientemente sicuri e ricchi di risorse alimentari.

Tutte le tartarughe marine sono tutelate dalla Convenzione di Washington (C.I.T.E.S, la convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), la cui applicazione è affidata e coordinata a livello nazionale dal Servizio C.I.T.E.S. del Corpo dei Carabinieri.
Questi animali, spesso subiscono danni e sono sottoponibili a ricovero per varie cause, tra le principali:

- interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali);
- ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica, forse scambiati per meduse (parte della dieta naturale di questi rettili) o semplicemente perché disponibili in movimento nella colonna d’acqua;
- impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove);
- inquinamento con petrolio.



La Guardia Costiera ricorda che tutte le comunicazioni, per segnalare ogni tipo di emergenza in mare, comprese le situazioni riguardanti i mammiferi marini o le tartarughe bisognose di assistenza, possono essere effettuata tramite il numero blu 1530, gratuito ed attivo su tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24, che permette di contattare la Capitaneria di porto più vicina, per un intervento immediato. In questo modo verrà prontamente allertata la rete di recupero che fa capo all’Osservatorio Toscano della Biodiversità dando così avvio a tutte le procedure necessarie soprattutto per definire a quale istituto affidare l’animale per le eventuali cure.



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