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23 maggio 2025

PAZ DAY ‘25 Venerdì 23 e sabato 24 maggio 2025 CLAP Museum Pescara

 


Torna al CLAP Museum il PAZ DAY ’25, in programma venerdì 23 e sabato 24 maggio: la terza edizione dell’evento dedicato ad Andrea Pazienza, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 69° compleanno. Due giornate per celebrare il genio dell’indimenticabile PAZ, nello spirito dell’artista a cui è dedicata la più ampia collezione permanente monografica in Italia.

Ospite speciale di quest’anno sarà il fumettista Otto Gabos, che guiderà i visitatori in un'esclusiva visita alla collezione di Pazienza, in uno dei tanti appuntamenti previsti. Le attività prenderanno il via venerdì 23 alle ore 16 e si protrarranno fino alle 22, per poi riprendere nel pomeriggio di sabato 24. In programma: musica dal vivo, performance di disegno, laboratori per bambini e molto altro.

Come nelle edizioni precedenti, anche quest’anno il PAZ DAY è dedicato a una delle tante anime di Pazienza. In occasione degli ottant’anni della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il protagonista sarà Sandro Pertini, rappresentato nei disegni della sezione dedicata alla satira politica della Prima Repubblica.

«Rendere omaggio a Pazienza significa rinnovare l’impegno verso la libertà creativa e civile che ha ispirato la sua opera. Quest’anno, con Sandro Pertini, ricordiamo anche un importante statista della nostra democrazia» dichiara Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo/CLAP Museum.

Programma dettagliato:
A partire dalle 16.00 di venerdì 23, infatti il CLAP Museum si animerà con una serie di appuntamenti speciali: si comincerà con una performance di musica ambient site-specific a cura di Eco-Brain e in contemporanea una sessione di live painting con studenti di arte e fumetto.
A seguire, alle 17.00 si terrà un laboratorio di fumetto per bambini e ragazzi, ispirato a Le Favole di Pazienza, pensato per stimolare la creatività dei più giovani (prenotazione obbligatoria). Alle 17.30, Giulia Basel (Florian Metateatro) interverrà con un reading letterario, inserito nel programma della rassegna cittadina Pescara Leggiti Forte.
Alle 18.00, l’attore Marcello Sacerdote presenterà in anteprima un estratto dello spettacolo Santo Pertini, il cui debutto ufficiale è previsto per il prossimo 2 giugno.
A seguire, alle 19.00, il fumettista Otto Gabos guiderà una visita speciale alla collezione di Andrea Pazienza, offrendo al pubblico uno sguardo inedito sull’opera dell’artista.
La serata proseguirà con l’evento “Gabos disegna, Palazzo suona”: a partire dalle 20.00, nell’area bar del CLAP Museum, prenderà vita una suggestiva performance in cui Gabos realizzerà disegni dal vivo accompagnato dalle sonorità di Umberto Palazzo e Lore, che eseguiranno brani tratti dall’album Belvedere Orientale.
L’evento serale è realizzato in collaborazione con l’Accademia Sommeliers AIES, nuovo partner sinergico dell’area ristoro del CLAP Museum, che per la prima volta aprirà al pubblico in una veste rinnovata.

Il programma riprenderà nel pomeriggio di sabato 24 maggio, a partire dalle 17.30, con una nuova visita guidata alla mostra permanente dedicata a Pazienza.
Concluderà la giornata (ore 18.30) il talk “La moda negli anni di Paz”, viaggio nel costume degli anni ’70 e ’80 con la partecipazione di Anita Trivelli (Università degli Studi di Chieti-Pescara) ed Eugenia Paulicelli (City University of New York). L’ingresso all’incontro è libero.

Biglietti validi per il 23 e 24 maggio:
Ingresso giornaliero €5
Accesso a tutte le attività in programma durante la giornata
Pass completo €10
Accesso esclusivo al circuito espositivo: CLAP Museum + Imago Museum + Imago Museum / Arte Povera e oltre




CLAP Museum
Via Nicola Fabrizi, 194 - Pescara
Orari di apertura 10:30 - 13:30 / 16:00 - 20:00
Tel. 085 445 1750 www.clapmuseum.it



25 aprile 2025

Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione ai Musei Reali di Torino

 


I Musei Reali di Torino e Arthemisia presentano nelle Sale Chiablese, la grande mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione, un viaggio attraverso la bellezza rappresentata nelle sue varie sfaccettature.

Con un taglio del tutto inedito e attraverso 11 sale e 10 sezioni, la mostra presenta oltre cento opere provenienti dall’immenso patrimonio dei Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e da altre prestigiose istituzioni e collezioni nazionali e internazionali, e mette in dialogo capolavori differenti per epoca, tipologia e provenienza sul tema della bellezza interpretata attraverso il mito, il fascino dell’antico, la meraviglia della natura, oltre a quella insita nel mondo femminile e rappresentata con grazia e sensualità esemplari.

Partendo dal glorioso Rinascimento italiano fino agli anni della Belle Époque, in mostra saranno presenti opere di Sandro Botticelli – creatore di figure femminili senza tempo come la sua celebre Venere (1485-1490) oggi nella collezione Gualino della Galleria Sabauda –, Antonio Canova, Alphonse Mucha e tanti altri maestri. Anche Leonardo da Vinci, con lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale sarà protagonista nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda (visitabile previo acquisto del biglietto combinato Mostra + Musei Reali e/o dei soli Musei Reali).

La mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione è prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia ed è curata da Annamaria Bava.
La mostra vede come mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Il catalogo è edito da Moebius.

Unitamente al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, si ringrazia il Museo Mucha, che ospita nel Palazzo Savarin di Praga la Collezione della Famiglia Mucha, amministrata dalla omonima Fondazione, per l’eccezionale prestito delle opere del grande artista ceco.
Un ringraziamento particolare va anche alla Fondazione CRT per il sostegno accordato all’esposizione dei fogli del Taccuino romano di Girolamo da Carpi della Biblioteca Reale.




Sede
Musei Reali di Torino
Sale Chiablese
Piazzetta Reale, Torino

ORARIO APERTURA
Dal giovedì al martedì
Tutti i giorni 9.30 – 19.30
Chiuso il mercoledì
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Aperture straordinarie
Domenica 20 aprile 9.30 – 19.30
Lunedì 21 aprile 9.30 – 19.30
Mercoledì 23 aprile 9.30 – 19.30
Venerdì 25 aprile 9.30 – 19.30
Mercoledì 30 aprile 9.30 – 19.30
Giovedì 1° maggio 9.30 – 19.30
Lunedì 2 giugno 9.30 – 19.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)




BIGLIETTI
La prenotazione, tramite il preacquisto del biglietto, è fortemente consigliata.
È possibile acquistare i biglietti di ingresso anche in sede: in questo caso l’ingresso alla mostra potrebbe comportare delle attese per rispettare le capienze di sicurezza delle sale

Intero € 15,00

Ridotto € 13,00
70 anni compiuti (con documento); ragazzi da 18 a 25 anni non compiuti; studenti universitari senza limiti d’età; appartenenti alle forze dell’ordine; diversamente abili; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti); possessori Card Arthemisia; insegnanti; possessori biglietti mostre Arthemisia in corso; possessori tessera Touring Club Italiano (biglietto acquistabile solo in cassa previa presentazione della card)

Ridotto bambini € 7,00
Bambini dai 12 a 18 anni non compiuti

Omaggio
Bambini 0-11 anni, possessori abbonamento Musei Piemonte, possessori Torino Piemonte Card, 1 accompagnatore per disabili che presenti necessità; diversamente abili con invalidità 100% ; accompagnatore o guida di gruppo prenotato (1 ogni gruppo); insegnanti in visita con gruppo scuola (2 ogni gruppo); tesserati ICOM (con tessera); possessori di coupon di invito; possessori di Vip Card Arthemisia; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti) in servizio previa richiesta di accredito da parte della Redazione all’indirizzo press@arthemisia.it; guide turistiche della provincia di Torino munite di tesserino di abilitazione; dipendenti MIC

Biglietto Open € 18,00
Consente lʼingresso alla mostra senza necessità di bloccare la data e la fascia oraria
Per garantire una regolare programmazione delle visite, la prenotazione con prepagamento è obbligatoria nel caso di scolaresche e gruppi, sia quando è richiesto l’ausilio di una guida sia nei casi in cui tale servizio non sia richiesto

Ridotto Gruppi € 13,00
prenotazione obbligatoria, min 10 max 25 pax

Ridotto scuole € 7,00
Per ragazzi dai 12 ai 17 anni prenotazione obbligatoria, min 10 max 25 pax




VISITE GUIDATE
(Tariffe biglietto escluso, prenotazione obbligatoria)

Gruppi
€ 110,00 visita guidata
€ 130,00 visita guidata in lingua straniera

Scuole
€ 80,00 visita guidata
€ 100,00 visita guidata in lingua straniera

Diritti di prenotazione e prevendita
Singoli € 1,50 per persona
Gruppi e Scuole € 25,00 per gruppo
(più eventuali diritti di agenzia)




Frecciarossa, il treno Alta Velocità di Trenitalia (Gruppo FS Italiane), è Treno Ufficiale della mostra “DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione”, in programma dal 17 aprile al 27 luglio a Palazzo Chiablese a Torino.
Per chi è in possesso di un biglietto Frecciarossa o Frecciabianca con destinazione Torino e con data di viaggio antecedente fino a due giorni l’ingresso alla mostra è previsto uno sconto del 25% sul biglietto di ingresso.
Per avere diritto allo sconto, il giorno della visita il biglietto potrà essere acquistato esclusivamente presso la biglietteria della mostra esibendo il proprio titolo di viaggio.




PROPOSTA DIDATTICA
a cura di ADMaiora

VISITA GUIDATA PER LA SCUOLA PRIMARIA (durata: circa 60 minuti)
LE PIÙ BELLE DEL REAME
Le bambine e i bambini, nei panni della giuria di un concorso di bellezza artistica, dovranno osservare con occhio attento i capolavori esposti: preferiranno la bellezza di una dea o quella di una mamma?
L’armonia di una danza o quella della natura? Una dama con unicorno o una principessa realmente esistita? Quadro dopo quadro, faremo le nostre osservazioni e alla fine a maggioranza voteremo “le più belle del reame”!

VISITA GUIDATA PER LA SCUOLA SECONDARIA DI 1° E 2° GRADO (durata: circa 60 minuti)
LE FORME DELLA BELLEZZA
“Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace” dice il proverbio, ma allora, che cosa piace? In certa misura, a ognuno di noi piacciono cose diverse, tuttavia non c’è solo un metro individuale: ogni epoca ha avuto i propri canoni, i propri ideali di bellezza, che sono cambiati nel tempo, e l’arte ne è lo specchio. Grazie alle opere esposte potremo osservare cosa era bello agli occhi di Sandro Botticelli, Lorenzo di Credi, Antonio Canova ed altri grandi artisti fino ad arrivare ad Alphonse Mucha, il quale, riprendendo le linee sinuose e armoniche di Botticelli e portandole verso la contemporaneità, chiude la meravigliosa danza di tutte le forme della bellezza.

VISITA GUIDATA PER GRUPPI ADULTI / PER VISITATORI INDIVIDUALI SU AGGREGAZIONE
(durata: circa 60 minuti)
L’ARTE DELLA SEDUZIONE
Grazie a oltre 100 opere distribuite in 11 sale tematiche, i visitatori potranno compiere un’immersione seducente nell’eleganza e armonia delle forme femminili e di quelle della natura. Da Botticelli a Mucha, la bellezza della donna è ricca di sfaccettature e varianti: Venere ed Elena, le Grazie e le Muse, Madonne e Sibille, ignote fanciulle e nobili signore, tutte insieme compongono un quadro e un viaggio artistico di incredibile fascino e seduzione.







17 febbraio 2025

Torino, “Gauguin – Il diario di NOA NOA e altre avventure”

 


Arriva a Torino la mostra “Gauguin – Il diario di NOA NOA e altre avventure”, un'esperienza immersiva dedicata a uno dei maestri più rivoluzionari dell’arte moderna, Paul Gauguin. La mostra, curata da Vincenzo Sanfo, sarà ospitata dal Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito Italiano, nel prestigioso Mastio della Cittadella di Torino.

Focalizzandosi sul celebre Diario di NOA NOA, un’opera scritta da Gauguin al ritorno a Parigi dal suo primo soggiorno a Tahiti, la mostra esplora il rapporto tra l’artista e la cultura polinesiana, ricreando l’atmosfera che lo ha ispirato in una serie di opere uniche. Il Diario di NOA NOA, illustrato da bellissime xilografie realizzate dallo stesso Gauguin, racconta la vita nelle isole polinesiane, intrecciando i racconti della sua compagna Tehuana con elementi mitologici e informazioni tratte da altre letture di viaggio. Quest’opera divenne rapidamente un fenomeno, catturando l’immaginazione del pubblico parigino e contribuendo a consolidare la fama di Gauguin.
Il pubblico avrà l’opportunità di ammirare in mostra queste splendide xilografie, insieme ad alcuni dei più celebri dipinti e opere su carta di Gauguin, tra cui il dipinto Tahitiana, un olio su tela realizzato nel 1891, e il raffinato acquerello Paesaggio polinesiano con capanna, proveniente dalla collezione di Giovanni Testori e Alain Toubas, della Compagnia del Disegno di Milano. Quest'ultimo, insieme ad altri lavori di grande valore, testimonia la straordinaria capacità di Gauguin nel rappresentare la bellezza e la spiritualità delle terre che lo avevano ispirato.
Oltre alla sua polinesiana avventura, la mostra esplora anche i momenti precedenti della carriera di Gauguin, come il suo soggiorno in Bretagna, che segnò la sua adesione alla Scuola di Pont-Aven, una delle avanguardie artistiche più importanti del XIX secolo. In questo capitolo della mostra, il pubblico potrà ammirare opere di artisti come Émile Bernard, Maurice Denis e Maxime Maufra, tra cui la celebre serie Les Bretonnières di Bernard, un capolavoro che ha segnato l’apice dell’École de Pont-Aven.
Non mancherà in mostra è la complessa e turbolenta relazione tra Gauguin e Vincent van Gogh. La frattura tra i due artisti, che condivisero un periodo di convivenza a Arles nel 1888, è narrata attraverso documenti, lettere e opere che rivelano le difficoltà di una collaborazione che avrebbe avuto un epilogo drammatico. La mostra permetterà ai visitatori di comprendere meglio la natura di questo rapporto che ha influenzato in modo significativo la vita e la carriera di entrambi gli artisti.

“Gauguin – Il diario di NOA NOA e altre avventure” è quindi un’occasione unica per entrare nel mondo dell’artista che ha saputo ispirare generazioni successive di pittori, tra cui Munch, Matisse, Picasso, e gli espressionisti tedeschi come Nolde e Heckel. La mostra, che si avvale di prestiti dalla collezione francese del Musée des beaux-arts di Quimper, del Museo bretone Despiau-Wlerick, del MAGA di Gallarate e da collezioni private, non solo indaga l’evoluzione stilistica e tematica di Gauguin, ma ne racconta anche i sogni, i tormenti e le passioni che hanno caratterizzato il suo percorso umano e artistico.
L’esposizione rappresenta una rara opportunità per esplorare la vita di uno degli artisti più influenti della modernità, capace di cambiare il corso della storia dell’arte. Attraverso una selezione accurata di opere, documenti e testimonianze, il pubblico avrà la possibilità di immergersi in un’esperienza artistica che, come il viaggio di Gauguin stesso, sfida le convenzioni e invita a riflettere sull’arte come mezzo di trasformazione e di ricerca.
Il comitato scientifico è composto da Vincenzo Sanfo curatore internazionale e già insegnante alla Shandong University of Art & Design, con la partecipazione di Gilles Chazal, Presidente onorario del Musée du Petit Palais di Parigi, Giovanni Iovane, storico dell’arte ed ex Direttore dell’Accademia di Brera.

Gauguin – Il diario di NOA NOA e altre avventure sarà aperta dal martedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 18:30, sabato, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 19:30. Biglietti in sede e online su Ticketone.it. 






2 febbraio 2025

PROROGA FINO AL 15 GIUGNO LA MOSTRA "ANTONIO LIGABUE La grande mostra"

 


A grande richiesta, proroga fino al 15 giugno Palazzo Albergati la prima grande mostra antologica a Bologna dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento: Antonio Ligabue.

Paesaggi, fiere, scene di vita quotidiana e numerosi e intensi autoritratti: oltre 100 opere - tra oli, disegni e sculture - saranno protagoniste di un percorso espositivo unico dove, attraverso la fortissima carica emotiva delle tele, sarà possibile conoscere la vita di un artista visionario e sfortunato ma che, da autodidatta, fu ed è tutt’oggi capace di parlare a tutti con immediatezza e genuinità.

Antonio Ligabue, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.

Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.

Apprezzato e compreso da importanti critici e studiosi negli ultimi anni della sua esistenza, cadde poi nell'oblio dopo la sua scomparsa. Bollato semplicisticamente come un pittore naif - una definizione che finì per sminuirne il reale valore artistico, portando a non considerarlo adeguatamente - per lungo tempo, Ligabue rimase nell'ombra, una figura di nicchia conosciuta solo da pochi appassionati, ingiustamente trascurato dai grandi circuiti dell'arte. Solo negli ultimi decenni, grazie a un rinnovato interesse da parte di critici e istituzioni, si è compreso appieno il suo valore di artista autentico e originale, pur nella sua eccentricità. Un talento spesso frainteso, che celava una poetica unica e stratificata, in grado di restituire sulla tela tutta la sublime semplicità e drammaticità del mondo naturale.

Tuttavia, nel tentativo di rivalutarne l'opera artistica, spesso si è finito per trascurare l'aspetto umano e personale dell'uomo Ligabue. Eppure, per comprenderne appieno la grandezza, è fondamentale considerare entrambi questi aspetti, inscindibilmente legati.

Le sue tele, caratterizzate da uno stile unico e originalissimo nel rappresentare soprattutto soggetti animali con un realismo quasi sconcertante, furono accantonate e relegate nell'ambito del mero folklore popolare. Si perse così di vista la profondità della sua ricerca pittorica, la capacità di cogliere l'essenza più intima delle creature ritratte, trasmettendone con potenza l'istinto primordiale.

La mostra a Palazzo Albergati di Bologna racconta l’uomo e l’artista valorizzandone sia l'eccezionale talento artistico quanto la sua ricca interiorità e la sua personalità fuori dal comune.
Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci in atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti.
Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione.
Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo.

Una straordinaria e unica storia umana e artistica, tanto da aver appassionato negli anni migliaia di persone, diventando addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.

Infatti, accanto agli oltre 100 capolavori– molti dei quali inediti assoluti quali Lince nella foresta (1957-1958), venti disegni a matita su carta da disegno (1961-1962) e diverse opere di grande qualità non esposte da tantissimi anni come Circo all’aperto (1955-1956), Castelli svizzeri (1958-1959), Crocifissione (1955-1956) e un rarissimo pastello a cera, matita e china su carta Leopardo e antilope e indigeno (1953-1954) – a definire la figura di Ligabue anche uno stralcio del film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano, uscito nel 2020 dopo il memorabile sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci.

Per la prima volta verranno anche esposti un album completo di disegni che Ligabue ha realizzato mentre soggiornava nell'ultimo periodo della sua vita alla locanda “La Croce Bianca” (gestita dalla famiglia della famosa "Cesarina", l'amore platonico della sua vita), perduto per anni e da poco ritrovato, e alcune delle fiere custodite al Museo Lazzaro Spallanzani dei Musei Civici di Reggio Emilia, le stesse che proprio Ligabue osservò per ore all’interno del Museo, accompagnato dall’amico Sergio Negri. Fiere che Ligabue non ebbe modo di vedere e conoscere di persona se non in queste sue visite, che studiò accuratamente per poi ritrarle nelle sue tele, oggi per la prima volta messi a confronto.

In mostra anche un album di figurine Liebig del 1954, di recente scoperta, che Ligabue fu solito consultare e da cui prese spunto per la rappresentazione di vari animali nei suoi lavori.

Col patrocinio del Comune di Bologna, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue, è curata da Francesco Negri e Francesca Villanti e racconta la vita e l’opera di un uomo che ha fatto della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.
La mostra vede come special partner Ricola e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Il catalogo è edito da Moebius ed è arricchito da due contributi originali: un saggio del regista Giorgio Diritti, che offre una prospettiva cinematografica, e un’analisi di Francesca Romana Morelli sul rapporto tra Ligabue e Renato Marino Mazzacurati. Due testi che propongono per la prima volta una lettura completa del duplice successo del pittore, come uomo e come artista.

LA VITA DI ANTONIO LIGABUE
Non si può parlare dell’arte di Ligabue senza conoscerne la vita, né si possono capire le sue opere se non si entra nel mondo di quel piccolo uomo sfortunato e folle, pieno di talento e poesia.

Nato a Zurigo nel 1899 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, viene dato subito in adozione ad una famiglia svizzera. Già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità.
Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).
Ligabue non parla l’italiano, è incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, viene soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine.
Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna ad utilizzare i colori.
Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo - come nell’infanzia - i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato, anche per l’ostilità e l’incomprensione che lo circondavano; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli.
Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940.
È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre e ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e a guadagnare i primi soldi.
Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene sopraggiunto da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla dove continua a dipingere e dove termina la sua vita il 27 maggio del 1965.

LA MOSTRA
Antonio Ligabue emerge come una figura singolare nel panorama artistico italiano del XX secolo. Questa mostra, con oltre 100 capolavori, tra cui alcune straordinarie opere inedite, offre una panoramica completa della produzione di un artista la cui vita e opera formano un intreccio indissolubile.
L'esposizione documenta il percorso artistico di Ligabue, caratterizzato da uno stile unico che fonde realismo e fantasia. Le sue opere, contraddistinte da colori accesi e pennellate vigorose, rivelano un universo pittorico intenso, dove la natura e gli animali assumono qualità quasi mitiche.
Un racconto biografico e artistico che si snoda attraverso i temi principali entro i quali si sviluppa l'universo creativo del pittore: le fiere, nelle quali si immedesima riproducendo le movenze e i suoni per riuscire a catturarne l’essenza, gli animali domestici nei quali possiamo riconoscere il suo sguardo, la vita silenziosa dei campi, le carrozze, le troike i postiglioni, antiche iconografie derivate da stampe popolari che decoravano le case dei contadini e infine gli autoritratti, l’estremo tentativo di allontanare la sua condizione di emarginazione. Questi lavori non solo testimoniano la straordinaria capacità espressiva di Ligabue, ma offrono anche uno sguardo penetrante sulla sua psiche tormentata e sul suo rapporto complesso con il mondo circostante.
Attraverso questa mostra esaustiva, il pubblico avrà l'opportunità di comprendere appieno il valore di un artista che ha saputo trasformare le sue esperienze di vita, spesso dolorose, in opere di straordinaria potenza espressiva.
L'arte di Ligabue, pur non allineandosi con le correnti dominanti del suo tempo, ha anticipato tendenze successive che valorizzano l'autenticità dell'espressione oltre le convenzioni accademiche. La sua tecnica, apparentemente grezza e istintiva, sfida i parametri tradizionali di analisi critica, invitando a un'esperienza estetica più diretta e viscerale.

Antonio Ligabue Autoritratto con sciarpa rossa, s.d., (1952- 1962) 
 Olio su tavola di faesite, cm 91x74,5 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Nudo di donna, s.d. (1929- 1930) 
 Olio su tavola di compensato, cm 25x15 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leone con leonessa, s.d. (1932-1933), P. I 
 Olio su tavola di compensato, cm 50x65 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leone e leopardo, s.d. (1937- 1938) 
 Olio su tavola di compensato, cm 49x59 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Autoritratto con berretto da motociclista, s.d. (1954- 1955) 
 Olio su tavola di faesite, cm 80x70 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Autoritratto, s.d. (1942- 1943) 
 Olio su cartone riportato su tela, cm 32,5x27,5 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Circo all’aperto, s.d. (1955 - 1956) 
 Olio su tavola di faesite, cm 33,7x47,5 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Aratura con cavalli, s.d. (1944 - 1945) 
 Olio su tavola di faesite, cm 16,7x21,8 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leopardo nella foresta, s.d. (1956-1957) 
 Olio su tavola di faesite, cm 54x54 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Gufo che assale volatile, s.d. (1954 - 1956) 
 Olio su tela, cm 60x70 
Collezione privata

Antonio Ligabue Castelli svizzeri, s.d. (1958-1959) 
 Olio su tavola di faesite, cm 110 x 130 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Ritratto di donna con farfalla, s.d. (1956-1957) 
 Olio su tavola di faesite, cm 76x52 
Collezione privata

Antonio Ligabue Ritratto di uomo con giaccone blu, s.d. (1954 - 1955) 
 Olio su tavola di faesite, cm 84x70 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leonessa con zebra, s.d. (1958-1959) 
 Olio su tavola di faesite, cm 60,3x78,6 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Cane setter con paesaggio, s.d. (1954-1955) 
Olio su tavola di faesite, cm 31,3x18,5 
Collezione privata

Antonio Ligabue Crocifissione, s.d. (1955-1956) 
 Olio su tavola di faesite, cm 77x73 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leopardo con serpente, s.d. (1937) 
 Grafite, inchiostro e pastello su carta, cm 32,5x23,8 
 Collezione privata

Antonio Ligabue Leopardi nella foresta, s.d. (1960-1961) 
 Olio su tela, cm 70x100 
 Collezione privata



29 gennaio 2025

"MUNCH. Il grido interiore" chiude a Milano con oltre 275mila visitatori (arriverà a Roma l'11 Febbraio!)

 


Si è conclusa il 26 Gennaio la grande retrospettiva dedicata ad Edvard Munch organizzata da Palazzo Reale di Milano e Arthemisia con la collaborazione del Munch Museum di Oslo.

Il successo è andato ben oltre le aspettative: sono stati infatti 276.805 i visitatori che hanno visitato la mostra e sono accorsi per partecipare creando lunghe file, una sorta di installazione artistica urbana, fotografata e ripresa dai media di tutto il mondo.

La mostra, con i 100 capolavori provenienti dal Museo MUNCH di Oslo, era stata annunciata come “la mostra dell’anno” sia per l’eccezionalità dei prestiti che per l’attesa del pubblico per uno degli artisti più amati e meno rappresentati nelle mostre (l’ultima a Milano risaliva a 40 anni fa), è ha confermato l’aspettativa.

La mostra “Munch. Il grido interiore” sale in vetta alla classifica delle mostre più visitate a Palazzo Reale di Milano negli ultimi anni, ponendosi al primo posto.

Una mostra anche molto partecipata emotivamente, come testimoniano le migliaia di condivisioni e contenuti postati sui social networks fin dal primo giorno, accanto alle centinaia di articoli cartacei e web.

Grande successo anche per i tantissimi eventi collaterali che hanno coinvolto diverse realtà culturali della città e che, durante l’apertura della mostra, hanno accompagnato il pubblico alla scoperta di Munch come uomo e artista.

“Siamo orgogliosi di aver riportato a Milano un grande protagonista dell’arte moderna come Edvard Munch, che con il suo linguaggio universale continua a emozionare e parlare a tutte e tutti, oltre ogni barriera temporale e culturale. ‘Munch. Il grido interiore’ è la mostra più visitata a Palazzo Reale negli ultimi sei anni: ha rappresentato non solo un evento culturale di altissimo livello, ma anche un momento di condivisione per la nostra città, come dimostra l’entusiasmo del pubblico. Milano si conferma ancora una volta una capitale culturale di riferimento, capace di attirare l’interesse internazionale e proporre progetti unici", ha detto l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.

“Per noi di Arthemisia – dichiara Iole Siena, Presidente di Arthemisia – è davvero un grande orgoglio aver potuto scrivere una pagina importante nella storia culturale di Milano e di Palazzo Reale. Questa mostra sarà ricordata nel tempo, sia per i contenuti ineccepibili, sia per l’affetto dimostrato dal pubblico. Le lunghe code sono state sotto gli occhi di tutti per diversi mesi, a testimoniare l’interesse e
l’entusiasmo delle persone. Per noi è stata una ulteriore prova che il “format Arthemisia”, che unisce il rigore scientifico ad una divulgazione didattica ed emotiva, è quello giusto.”

La mostra è stata promossa da Comune di Milano – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo e curata da Patricia G. Berman in collaborazione con Costantino D’Orazio.
La mostra ha visto come sponsor Statkraft e Generali Valore Cultura, special partner Ricola, media partner Urban Vision, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e radio partner Dimensione Suono Soft.

Dall’11 febbraio 2025 la mostra sarà visitabile a Roma, a Palazzo Bonaparte.

Munch Notte stellata 1922–24 Olio su tela, 80,5x65 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Le ragazze sul ponte 1927 Olio su tela, 100,5x90 cm Foto Halvor Bjørngård ©Munchmuseet
 
Edvard Munch L’Urlo 1895 Litografia, 35,4x25,3 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Madonna 1895/1902 Litografia stampata a colori, 60,5x44,3 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch La morte di Marat 1907 Olio su tela, 153x149 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Malinconia 1900–01 Olio su tela, 110,5x126 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Autoritratto tra il letto e l’orologio 1940–43 Olio su tela, 149,5x120,5 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Il bacio 1897 Olio su tela, 100x81,5 cm Photo © Munchmuseet
 
Edvard Munch L’artista e la sua modella 1919–21 Olio su tela, 128x152,5 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Visione 1892 Olio su tela, 72,5x45,5 cm Photo © Munchmuseet
 
Edvard Munch L’assassinio 1906 Olio su tela, 70,5x100,5 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Autoritratto a Bergen 1916 Olio su tela, 90x60,5 cm Photo © Munchmuseet
 
Edvard Munch Autoritratto davanti al muro di casa 1926 Olio su tela, 92x73 cm Photo © Munchmuseet
 
Edvard Munch Autoritratto su sfondo verde / Tulla Larsen 1905 Olio su tela, 67,5x45,5 cm / 62,5x33 cm Photo © Munchmuseet